Page 140 - Il cammino della poesia 2
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la carezza della sabbia secca sulla pelle,
i sorrisi e gli sguardi torvi di persone buone.
Lunghe ore di cammino,
luoghi incontaminati, paesi di fango, il the, la musica, le parole,
i pensieri, si mischiavano nel ricordo la sera,
nel freddo della tenda e nel pensiero di chi non era lì, ma avrebbe

[dovuto, o potuto... o forse no...
E poi la duna, la Grande Duna,
alla quale affidare speranze,
seppellire le scorie di anni felici,
proporre intenzioni per i giorni a venire.
Non c’è nessuno nel Deserto,
forse è per questo che lo puoi riempire
con tutte le persone che tieni dentro
e che non lasci mai uscire.
Ma non è vuoto il Deserto,
è colmo di vita, di essenza di vita, di forza primordiale,
che ti nutre, ma non ti sazia, anzi, ti fa scoprire una fame che avevi

[scordato,
la fame di te...
È stato il Deserto ad aprire una strada che porta lontano,
con i suoi orizzonti infiniti,
con le mille incognite e le mille possibilità
che spesso la paura ti impedisce di vedere.
A volte fa così il Deserto,
ti apre l’orizzonte, e sembra che una pista non ci sia,
ma se guardi bene, se guardi le stelle,
la pista c’è... c’è sempre...

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