Page 17 - Il cammino della poesia 2
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Maternità

Eri già madre
quando ventri pulsanti aderivano
al ritmo incalzante dettato
delle forze primigenie della natura
e il desiderio potente materiava un’attesa di futuro.
Eri già madre
quando morule blastule gastrule
aggregavano cellule nel tepore delle tue viscere
(mai apparente assenza fu più pregna di presenza!)
Eri madre
quando tentavi di prefigurare nelle fattezze
della tua creatura il gioco capriccioso delle eliche
di Watson e Crick.
Sei sempre madre,
anche quando insondabili alchimie della natura
svellono dal tuo seno il corpicino
della tua creatura e l’algida asettica medicina
tenterà di convincerti della saggezza nascosta in una crudeltà.
Sei sempre madre
anche quando Cronos insanisce
e insensibile ti vede china sul corpo esanime
della tua creatura
rappresa in un abisso di angoscia
maledicendo la cieca Atropo
con ogni fibra viva del tuo corpo.
Sarai ancora splendidamente madre
quando il ricordo dei ventri
sincronicamente impegnati in gioiose danze
irrompono inattesi nel tempo delle ricordanze
e maramaldi distendono le tue labbra e il tuo viso
in un segreto timido splendido sorriso.

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