Page 92 - Il cammino della poesia 2
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GIANLUCA GIUSTI
Preghiera sulla porta dell’Ade
Probabilmente mi addormenterò presto.
Davanti a me c’è solo una luce,
e tutto il mondo dietro.
Sento le infinite storie del pianeta,
sono uno in tutto, sono nel tutto.
Ora non posso nascondere l’amore viscerale, profondo.
L’amore che si riversa su di te.
Ti ho idealizzata, e l’ideale corrisponde al vero.
Sei il fiore della bontà e della follia.
Sei il seme della speranza e della vergogna.
Io ti amo, e chiedo la forza per trascendere dalla realtà e
affrancarmi alla tua perpetua volontà.
Non ho coraggio, né virtù nascoste, né labbra tiepide.
Ho solo voglia di parlare, di mutare, di rinascere.
Sei i miei giorni felici, sei lo zero.
Adesso sono vicino al futuro,
Pronto a raccogliere quel tanto silenzio che mi circonda e farlo mio.
Adesso posso svuotarmi e accogliere tanti nuovi pensieri dentro la
[mia grande testa.
Potrei diventare un chierico, un mago, un santo.
Potrei diventare un amante, un angelo.
La coltre d’acqua sta lavando le mie braccia, le tempie, i reni.
Ho il cuore limpido, ora.
Giungo al tuo cospetto, dunque, incompleto e perfetto.
Chiedo in piedi perdono, ad occhi aperti la grazia.
Chiedo di avere la fede che non ho avuto, l’intuito mai usato.
Chiedo di ricordarmi com’ero e di crescere ancora.
Chiedo di Essere, allora.
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Preghiera sulla porta dell’Ade
Probabilmente mi addormenterò presto.
Davanti a me c’è solo una luce,
e tutto il mondo dietro.
Sento le infinite storie del pianeta,
sono uno in tutto, sono nel tutto.
Ora non posso nascondere l’amore viscerale, profondo.
L’amore che si riversa su di te.
Ti ho idealizzata, e l’ideale corrisponde al vero.
Sei il fiore della bontà e della follia.
Sei il seme della speranza e della vergogna.
Io ti amo, e chiedo la forza per trascendere dalla realtà e
affrancarmi alla tua perpetua volontà.
Non ho coraggio, né virtù nascoste, né labbra tiepide.
Ho solo voglia di parlare, di mutare, di rinascere.
Sei i miei giorni felici, sei lo zero.
Adesso sono vicino al futuro,
Pronto a raccogliere quel tanto silenzio che mi circonda e farlo mio.
Adesso posso svuotarmi e accogliere tanti nuovi pensieri dentro la
[mia grande testa.
Potrei diventare un chierico, un mago, un santo.
Potrei diventare un amante, un angelo.
La coltre d’acqua sta lavando le mie braccia, le tempie, i reni.
Ho il cuore limpido, ora.
Giungo al tuo cospetto, dunque, incompleto e perfetto.
Chiedo in piedi perdono, ad occhi aperti la grazia.
Chiedo di avere la fede che non ho avuto, l’intuito mai usato.
Chiedo di ricordarmi com’ero e di crescere ancora.
Chiedo di Essere, allora.
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