Page 55 - Il cammino della poesia 2
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La maledizione delle gambe

Dovevo immaginarlo che sarebbero state una maledizione
impossibili da toccare
impossibili da baciare
da sfiorare e sentire addosso
così uniche da non trovarle in nessun’altra realtà
se non in quella che costruiva la mia stessa immaginazione,
che poi ne costruiva anche i dettagli
tutti
da quelli più piccoli e particolari a quelli più grandi e scontati
anche se di scontato Loro non avevano assolutamente nulla.
Forme e muscoli disegnati perfettamente negli angoli più oscuri

[della mente
così fortemente desiderate da riuscire a fantasticare anche sulla

[struttura ossea che reggeva il suo intero corpo.
Le cercavo in ogni teatro
in ogni spettacolo
in ogni scuola
in ogni sala da ballo
ma io quel grand jeté non riuscivo ad accostarlo che a lei,
solo ed esclusivamente a lei.
E allora ditemi se non è questa una maledizione?

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